Twin Peaks – Un tentativo di sinossi

Questo articolo è un tentativo di sinossi di Twin Peaks The Return e contiene molti spoiler; alcuni dettagli saranno andati sicuramente perduti nel tentativo di ricostruire trama e personaggi nel modo più fluido; i nomi dei personaggi sono stati verificati dai credits alla fine di ciascun episodio.

Vediamo Laura Palmer dire a Cooper nel primo episodio “We’ll see in twenty five years” nell’ultramondo della Red Room dove li avevamo lasciati. I marcatori temporali sono tanti e diffusi: telefoni, macchine ultimo modello, computer e connessioni eppure è un’America vetusta, rurale, quasi arcaica e molto iconica. Twin Peaks è ancora una cittadina dello Stato di Washington con i suoi vecchi abitanti e i loro figli che nel frattempo sono cresciuti. Ma Twin Peaks non la vediamo subito perché il primo episodio si apre a Buckhorn, South Dakota, dove viene trovato un corpo maschile senza testa con sopra una testa di donna, una certa Ruth Davenport, bibliotecaria della città: un corpo senza testa e una testa senza un corpo. Stacco a New York, visibile solamente nella distesa di luci scintillanti di Manhattan. In un loft bunker enorme e ipersorvegliato un ragazzo osserva attentamente, registrando con una macchina da presa, una gigantesca scatola di vetro che assomiglia a una specie di gabbia di Faraday e a una lanterna magica insieme, ma trasparente, che comunica con un’apertura sull’esterno attraverso una sorta di canale. Arriva a trovarlo una ragazza e i due dopo essere stati a osservare la scatola, decidono di fare sesso, davanti alla grande gabbia di vetro e proprio mentre lo stanno facendo, una strana figura antropomorfa e mostruosa, dall’interno della scatola, si materializza e li fa a pezzi. È una delle scene più terrificanti della serie e qualcosa che può togliere il sonno proprio perché è costruita in una maniera talmente straniante e inaspettata che l’unica battuta è, come dirà Gordon Cole in una puntata successiva: What the hell is this? Nell’intramondo della Red Room, invece, Dale Cooper è seduto sulla poltrona al centro della stanza e ascolta Laura Palmer che gli dice “I’ll see you in 25 years”; sono entrambi giovani ma poi si vede Cooper invecchiato mentre il Fireman (il gigante della vecchia serie) gli dà dei messaggi apparentemente criptici (che si capiranno benissimo nelle puntate successive) del tipo “It’s in our house again”, “Richard and Linda: two birds with one stone” e un numero 2:53 che è anche l’ora che tornerà in tutta la serie come il tempo del passaggio tra mondi. C’è anche Mike nella Red Room, l’uomo senza un braccio che dice a Cooper che in giro c’è il doppelganger di Cooper. Perché a complicare le cose nel mondo “normale”, Cooper è stato sostituito da un doppio malvagio, che qui chiamerò Bad Cooper, e che se ne va in giro a fare un gran casino ed è alla ricerca di certe coordinate che dovrebbe dargli un certo Ray, recuperato in una sordida capanna di assi di legno in una desolata campagna dove Ray abita con una donna orrenda di nome Buella, e due altri uomini che non parlano. Bad Cooper non si fida di Ray e quando questi non va all’appuntamento per portargli le coordinate, in una anonima stanza di motel BadCooper uccide la sua ragazza, Darya, dopo aver fatto l’accesso nel deep web per scaricare le piante del penitenziario federale in South Dakota dove Ray è intanto detenuto.

Twin Peaks Black Lodge
Cooper nella Black Lodge, sullo sfondo a sinistra, una rosa blu

Nella Red Room, Mike (l’uomo senza un braccio) porta Cooper a parlare con l’evoluzione del braccio, una strana testa di mucillagine proteiforme senza occhi e senza naso che parla dalla cima di un arbusto e dice a Cooper che dovrà tornare da dove è venuto esattamente alle 2:53. Nel passaggio, però, Cooper si ritrova sospeso in una terza e ancora più inquietante dimensione sospesa in un universo senza tempo dominato da una gigantesca costruzione sospesa tra gli astri, dove ad accoglierlo ci sono una donna con gli occhi cuciti, che gesticola soltanto, cercando di comunicare con urgenza a Cooper di andare verso l’esterno dove gli mostra una specie di campana azionata da una leva; a un certo punto la donna con gli occhi cuciti viene inghiottita dal nulla che la circonda; c’è all’interno c’è una donna con un vestito rosso che dice a Cooper di fare presto perché “è il tempo”. Cooper si ritrova di fronte a un quadro elettrico tutto sfrigolante mentre Bad Cooper nella dimensione diciamo così terrestre sta guidando lungo una strada nel deserto per avvicinarsi al punto di connessione spazio temporale. Il varco di passaggio sta per chiudersi; Bad Cooper ha un incidente e va a sbattere contro una roccia ma non muore mentre Dale Cooper si ritrova risucchiato dal quadro elettrico e catapultato a Las Vegas, in una casa vuota dove un certo Dougie Jones (interpretato da Kyle McLachlan) è con una prostituta e la sta pagando; Dougie porta l’anello verde (che troviamo in Fuoco cammina con me) e non riesce a muovere il braccio sinistro. Dougie Jones è un’altra versione di Cooper ma la cosa non è rilevante a questo punto, perché il Dougie di Las Vegas muore e al suo posto, mentre la ragazza sta facendo la doccia e non vede niente, Cooper (quello che era nella RedRoom) si materializza dalla presa elettrica mente contemporaneamente Dougie Jones viene risucchiato nella Red Room e sparisce sotto forma di pallina d’oro. Cooper è adesso Dougie Jones, ma con un grosso, grossissimo problema: si risveglia senza le facoltà cognitive che ne avevano caratterizzato il personaggio nella vecchia serie e, anzi, è ridotto allo stato catatonico, come un disabile cognitivo.

A Buckhorn, intanto, William Hastings, il rispettabile preside di una scuola, viene arrestato per l’omicidio di Ruth Davenport perché le sue impronte sono state trovate dappertutto nell’appartamento della donna anche se lui si proclama innocente e la polizia avvia delle indagini più accurate. A Las Vegas, la prostituta trova Dougie sdraiato sul pavimento, lo aiuta a rimettersi le scarpe, completamente spiazzata per quello che sta succedendo: l’uomo non parla, è in uno stato irriconoscibile e pure vestito con un completo nero elegante completamente diverso dalla giacca gialla che portava prima e completamente catatonico ma ha una chiave in tasca: la chiave della stanza 315 di un certo Great Northern Hotel di Twin Peaks. Mentre lei lo sta accompagnando a un Casinò, il Silver Mustang, la chiave cade nella macchina e due sicari che stanno facendo la posta a Dougie Jones, con il compito di ucciderlo, non ci riescono perché a lui cade la chiave in macchina e chinandosi si nasconde al mirino del sicario che lo sta puntando da lontano. Questo è solo uno dei tanti episodi in cui dei sicari tentato di far fuori Dougie.

In sostanza: l’omicidio di Ruth Davenport, quello dei due ragazzi a New York, due Cooper, uno trasformato in Dougie Jones a Las Vegas, l’altro perfido e glaciale a piede libero per il Midwest a caccia di misteriose coordinate fino a quando non viene arrestato dalla polizia dopo l’incidente; l’arresto di Hastings; e qualcosa di misterioso che sta per accadere di nuovo a Twin Peaks. Perché a un certo punto Hawk nell’ufficio dello sceriffo che nella nuova serie è il fratello di Harry Truman, riceve una telefonata da Margaret Lederman, la signora che porta sempre in braccio il ceppo,ormai vecchissima ma ancora dotata della magica capacità di comunicare con il suo pezzo di albero (una delle cose più poetiche della serie, a mio parere). Da qui si dipanano almeno quattro scenari:

  • uno a Twin Peaks, con una serie di sotto trame in realtà collegate da misteriosi avvenimenti e continue esplosioni di violenza da parte dei giovani protagonisti che sono anche irrimediabilmente perduti in un mondo di droga e di menzogne;
  • uno a Las Vegas, dove Dougie Jones, ormai inserito nella nuova vita familiare è sposato con Janey-E e ha un figlio ed è impiegato in una compagnia di assicurazioni che si chiama Lucky7Insurance, a un certo punto vince al casino (guidato dall’immagine della Red Room che aleggia sulle slot machine segnalando quelle dove giocare), e fortunatamente sistema i debiti della famiglia che il precedente Dougie Jones aveva fatto con la sua vita dissoluta;
  • uno a Buckhorn, con le indagini su Hastings e i rilievi sul corpo senza testa che si rivela appartenere al Maggiore Briggs (scomparso nel vecchio Twin Peaks e padre di Bobby, ormai diventato agente di polizia a Twin Peaks), il cui cadavere, guarda caso contiene anche una fede d’oro con sopra incisa una dedica “A Dougie con amore Janey-E”;
  • la stanza d’albergo dove fa base la squadra dell’FBI di cui fanno parte Gordon Cole, Albert e Tammy (la nuova assistente del gruppo) che arrivano chiamati da un colonnello dell’esercito a cui la polizia si rivolge per le indagini su Hastings e sul cadavere senza testa, le cui impronte digitali sono inaccessibili alla polizia ordinaria per motivi di sicurezza nazionale.

Vi siete persi? Vi sentite spaesati come a Las Vegas Dougie Jones che è stato raggirato e ora è letteralmente “in someone else’s shoes”  e non sa davvero cosa stia succedendo?

Il team dell’FBI, intanto, va a far visita al Cooper che è in carcere, e mentre Gordon ci parla, riceve anche l’impressione che l’uomo abbia qualcosa di strano.  Gordon confessa ad Albert di non capirci granché e che forse tutta la faccenda potrebbe avere a che fare con quello che definiscono un “BLue Rose” case. Così decidono di chiamare l’unica persona in grado di dire se Cooper sia realmente lui e aiutarli a decifrare l’enigma. E quell’unica persona è proprio Diane, l’interlocutrice di Cooper che nel vecchio Twin Peaks sembrava solo il nome dato al registratore e che invece ora appare in carne ossa (l’uso degli oggetti come marcatori temporali è molto importante). La donna è molto riluttante, sulle prime, perché non vuole saperne più niente di casi strani ed FBI ma riescono a convincerla e così si unisce al team e, incontrato il BadCooper, si rende conto che quell’uomo in carcere, dallo sguardo fisso e glaciale, non è lui e disperatamente lo dice a Gordon Cole.

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Diane e BadCooper parlano nel penitenziario dove lui è stato rinchiuso ma lei ha l’impressione che lui non sia lui

Ma il Bad Cooper ha mille risorse e, ricattato il direttore del carcere con qualcosa che lo terrorizza davvero (sulla scena si allude solo a una zampa di cane tagliata e portata in macchina da BadCooper), riesce a farsi liberare e a recuperare anche Ray che deve dargli quelle dannate coordinate. Bad Cooper e Ray stanno guidando nella notte verso un luogo chiamato “The Farm” la fattoria, Ray scende dalla macchina con una scusa e tra i due c’è un primo shoot-out, dove Ray ha la meglio, sale in macchina e fugge convinto di aver ucciso il perfido Cooper che intanto giace a terra insanguinato. Ray chiama un Jeffreis e gli dice che Cooper è morto. Ma tra il folto degli alberi giungono strane figure dal buio, sono quattro uomini ricoperti di poltiglia nera, che manipolando il corpo di BadCooper e ricoprendolo del suo stesso sangue fuoriuscito dalla ferita lo riportano in vita in una macabra scena da horror.

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A questo punto c’è un salto temporale. Nella puntata 8, che è l’episodio più visionario e più totalizzante di tutta la storia, c’è un salto nel deserto del New Mexico, White Sands, anno 1945  in quel posto dove vennero fatti gli esperimenti nucleari. Sullo sfondo, una bomba atomica esplode diffondendo il funesto fungo che tutti conosciamo e la deflagrazione viene proiettata su uno schermo in una misteriosa sala ultramondana dove c’è il Fireman e una donna agghindata che assistono impotenti all’idiozia umana e alla spersonalizzante mostra di tecnologia distruttiva.

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Ma descrivere questo momento a parole è davvero riduttivo; perché Lynch riesce a trasmettere l’angoscia del nulla e dell’irreversibilità del destino umano volto al male e alla violenza in un modo completamente inedito; in una dimensione dell’universo senza tempo un enorme big bang riversa una nube di energia nello spazio buio: fuoco, esplosioni, forse una stella che esplode, mentre una figura antropomorfa maschio-femmina o né l’uno né l’altro, vomita/eiacula una mucillagine costellata di sfere che invade lo schermo, in una di queste appare la faccia di Bob. Il Fireman, nella sala solitaria, si libra nell’aria e fa fuoriuscire dalla testa una nube dorata, si forma una sfera che contiene il volto di Laura Palmer (nella simbologia di Lynch, l’oro ha una funzione salvifica, come a controbilanciare il male e malvagità di cui è intriso il mondo). La donna prende la sfera e la lancia verso un meccanismo che la depone sullo schermo e la fa entrare nella realtà.

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Sulla terra appaiono delle figure sinistre, terrificanti, ricoperte di morchia, sembrano dei boscaioli, o degli hobos con gli occhi bianchi di morti (si chiamano woodsmen nel mondo di Twin Peaks e sono gli stessi succubi che appaiono nella scena in cui BadCooper viene riportato in vita). Terrorizzano la cittadina del New Mexico vagabondando per le strade, si avviano come dei revenant verso la cittadina, arrivano alla stazione radio che sta trasmettendo una canzone dei Platters e, uccidendo quelli che incontrano fracassandogli il cranio con le dita, si appropriano dei microfoni per trasmettere una litania misteriosa, ipnotica che fa addormentare tutti. 1956, deserto nel New Mexico, 5 agosto: in un punto imprecisato nel deserto uno strano uovo si rompe ed esce una creatura mutante, mostruosa, metà anfibio metà insetto che finisce per infilarsi nella bocca di una ragazzina addormentata mentre alla radio l’uomo/fantasma misterioso continua a ripetere “This is the water and this is the well”.

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Il BadCooper, redivivo, intanto raggiunge due sicari ai quali ordina di uccidere due persone: il direttore del carcere e Dougie Jones. I due sicari sono Chantal e Hutch (interpretati da Jannifer Jason Leigh e Tim Roth) che torneranno in seguito in diverse situazioni. A Las Vegas, il tentativo di un nano assoldato da un mandante a cui Bad Cooper ha dato l’ordine, assale Dougie e sta per ucciderlo, ma Dougie, in un barlume di ricordo della vita precedente, lo ferma e lo atterra, salvandosi così la vita tra gli applausi e lo sgomento della folla. Speranza vana di recuperare Cooper, perché Dougie è sempre più catatonico e con occhi stupefatti e l’espressione ebete (un’interpretazione di Kyle McLachlan veramente notevole) viene attirato dalla statua di un cowboy che punta una pistola all’edificio, icona di un western ancora sentito e profondo che sopravvive alla sua fine.

A Twin Peaks, Margaret dice a Hawk di cercare qualcosa che ha a che fare con il suo retaggio di nativo americano e per caso, mentre l’uomo è in bagno, cade una moneta con la faccia di un indiano nez perce che si ferma proprio davanti alla porta sulla quale si intravede una fenditura. Hawk scardina la fodera e trova due pagine del diario di Laura Palmer che erano state strappate venticinque anni prima e mai trovate. Le due pagine contengono il sogno che Laura aveva fatto (si veda Fuoco cammina con me) e l’informazione che esistono due Cooper. Hawk capisce che il messaggio di Margaret “Laura is the one” è la pista da seguire e con la squadra dello sceriffo si mettono ad analizzare di nuovo tutti i reperti del caso di Laura Palmer.

LE TRAME MINORI

Accanto a queste trame, a Twin Peaks si dipana tutta una serie di altre trame che hanno protagonisti i personaggi della vecchia serie, invecchiati, e dei loro figli che sono pieni di problemi. Rebecca, la figlia di Bobby Briggs e …. È sposata con un cocainomane violento che si chiama Stephen. Il dottor Jacoby vernicia pale dorate nella sua casa in mezzo alla foresta per venderle come oggetti in grado di “tirarsi tutti fuori dalla merda” in cui l’America è stata riversata per colpa delle orride manovre del settore farmaceutico, della paranoia e della paura delle malattie; ha una radio via internet e viene seguito dalla donna bendata. Ben Horne è sempre il proprietario del Northwestern Hotel, dove ora agisce come caposaldo della comunità nonché pilastro della famiglia perché il fratello è completamente fuori di testa, fuma le canne e ha allucinazioni sul suo piede che gli dice “non sono il tuo piede” (una scena esilarante e ultra lynchiana). Alla stazione dello sceriffo Andy e Lucy sono sempre i buffi personaggi della vecchia serie e la loro comicità è ora affidata anche al rapporto di Lucy con la tecnologia, che usa con sorpresa e stupore, suscitando sempre ilarità nello spettatore e la paciosa pazienza dello sceriffo. L’RR diner è sempre il posto dove si servono meravigliose torte alla ciliegia e abbondanti tazze di caffè buono, preparato con il cuore,ed è il luogo forse più rassicurante, insieme alla stazione dello sceriffo, di tutta Twin Peaks. E il diner è anche una sorta di cronotopo minore, un luogo dove tutti i personaggi secondari e più benevoli, si ritrovano per due chiacchiere e un po’ di affetto (meno male) che fa da contrappunto al luogo cronotopo della serie che chiude quasi tutti gli episodi, il Roadhouse, dove si ascoltano personaggi di terzo livello (narrativo) che raccontano storie potenziali e innestano connessioni con altri personaggi.

Tra i giovani, lo scenario è terrificante. Richard Horne, il figlio di Audrey (che si vedrà solo verso la fine) è un violento e spietato assassino che per fiancheggiare Bad Cooper in una folle corsa contro il tempo, investe un bambino (una delle scene più toste e feroci della serie, costruita con una tecnica che chiamerei del contrasto emotivo e dell’ansia montante), e invece di fermarsi tira dritto tra lo stupore e lo sgomento orripilato delle persone che assistono impotenti alla scena. C’è una donna che vede tutto e che in seguito sarà vittima della violenza di Richard; questi, nel frattempo, irrompe nella casa della nonna, la insulta con il linguaggio più violento e sessista che si può immaginare, la picchia e la rapina di ogni bene per fuggire via di nuovo. Richard è anche in combutta con uno degli agenti di Twin Peaks, un certo Charlie, al quale Richard dà soldi e al quale chiederà di intercettare la denuncia che la testimone dell’incidente ha presentato alla polizia. La ragazza viene dapprima avvicinata da Richard, che cerca di convincerla che non è successo niente (!) e poi viene assalita in casa, seviziata e lasciata in un bagno di sangue. La madre di Laura Palmer, invece, è completamente stralunata, vive sola nella grande casa al numero 708 e non sembra rendersi conto che qualcosa di maligno ancora aleggia tra le sue mura: il televisore trasmette in loop la stessa scena, il ventilatore emette strani cigolii, la foto di Laura è sempre al suo posto come un memento mori molto sinistro e lei è diventata un’alcolista che fuma a catena.

Decisi a continuare di approfondire la questione Laura Palmer, lo sceriffo e il suo team vanno dalla madre di Bobby Briggs che nel frattempo è diventato determinante per tutta una serie di faccende. Bobby ricorda le parole del padre su una visita che l’agente Cooper gli fece il giorno prima che morisse. Una volta dalla madre, la donna ricorda le parole del marito: “one day, Bobby, Hawk, Sheriff Truman will come to ask you about Agent Cooper. When they come to ask about Agent Cooper give them this.” E la donna consegna a Bobby una penna che emette strane vibrazioni sonore quando viene sbattuta a terra e che si rivela contenere due foglietti: uno con una serie di numeri e il nome Cooper ripetuto due volte, l’altro con una raffigurazione delle cime di TwinPeaks.

Mapina di Briggs
Una delle mappe ritrovate nella penna del Maggiore Briggs

Margaret avverte Hawk per telefono con un messaggio criptico ma rivelatore: il bagliore si sta dissipando; i fratelli Truman [gli sceriffi della prima e di questa serie] sono uomini retti; ora il cerchio è quasi completo. “Listen to the dream of time and space. It all comes out now flowing like a river. Hawk, Laura is the one”.

A Blackhorn arriva la squadra di Gordon Cole per esaminare il corpo di Briggs; c’è anche Diane ma viene invitata a uscire perché sta fumando e uscendo riceve un messaggio del Bad Cooper “Around the dinner table, the conversation is lively”. Il detective di Blackhorn informa l’FBI di quello che sta succedendo e cioè che il corpo appartiene a Briggs, che è stato trovato un anello nello stomaco del cadavere, con scritto “A Dougie with love from Janey-E”; inoltre, Hastings, l’uomo accusato dell’omicidio, stava scrivendo insieme alla segretaria e con l’aiuto di Ruth Davenport, un blog sulle dimensione parallele dal nome “The Zone” (per gli amanti del culto Twin Peaks, il sito esiste veramente e si trova qui). L’FBI va a parlare con Hastings in carcere, il quale è sconvolto, confuso, terrorizzato e racconta tutto quello che ricorda della tragica sera in cui doveva incontrare un certo maggiore Briggs che li avrebbe portati a incontrare una persona che gli avrebbe dato delle coordinate. La sequenza è notevole quanto a suspense perché i tempi narrativi sono affidati al racconto di Hastings e tutti gli avvenimenti sono narrati dalla sua voce spezzata, addolorata, carica di amotività traboccante; l’elemento fantascientico/soprannaturale crea una fortissima aspettativa e fa più paura che se il “flashback” venisse mostrato davvero. Hastings racconta che Ruth dopo essersi scritta le coordinate su un braccio viene uccisa da strane figure apparse dall’ombra o da un vortice nell’aria, mentre Briggs avrebbe cominciato a fluttuare nell’aria pronunciando il nome Cooper due volte. Hastings racconta di essersi ritrovato a casa, nel suo letto, convinto di aver fatto un incubo quando, invece, era tutto vero… e quando Tammy gli sottopone alcune foto, Hastings riconosce il maggiore Briggs inequivocabilmente. A questo punto, il detective di Blackhorn insieme a Gordon e al resto della squadra FBI decidono di andare proprio nel posto dove Hastings dice di aver incontrato il maggiore. Proprio mentre Gordon osserva attentamente un punto nell’aria, si forma un vortice, poi un corridoio (spaziotemporale?) da cui si intravedono delle figure sinistre, i woodsmen. Albert scosta Gordon, uno dei woodsmen si avvicina all’automobile dove sono rimasti in tanto Hastings e il detective e, senza che questi riesca nemmeno a percepirne la presenza, uccide Hastings fracassandogli la testa nello stesso modo in cui era accaduto ai ragazzi di New York. Invece, tra le sterpaglie c’è il cadavere di una donna senza testa ma con delle coordinate scritte sul braccio: il corpo di Ruth, adagiato sulla scena in maniera da ricordare il quadro di Duchamp Etant Donné.

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Il corpo di Ruth Davenport che viene ritrovato da Gordon e Albert
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L’opera di Marcel Duchamp, Etant Donné, visibile da un foro come in un peepshow

A Las Vegas, intanto, i sicari di Dougie Jones si succedono uno dopo l’altro. Duncan Todd, un manager dall’aria impeccabile che invece è un boss della malavita (bella immagine contrastata, perché sembra tutt’altro e non ha nulla dello stereotipo del boss malavitoso, se non la freddezza), è seduto dietro una scrivania e convoca Anthony Sinclair, un collega di Dougie reputato anche il miglior agente dell’assicurazione, chiedendogli di incastrare Dougie dando a lui la colpa di una polizza non pagata ai Mitchum Brothers, proprietari del casino dove Dougie ha vinto i 400 mila dollari dell’inizio. Anthony dovrà dire che la polizza è stata “manomessa” e che la colpa è tutta di Dougie che va punito per questo e che se Anthony fallirà dovrà risponderne con la vita. Dopo la vincita di Dougie, i Mitchum Borthers ce l’hanno effettivamente con lui, ma solo in seguito apprendono l’identità in TV durante il notiziario perché Dougie era stato assalito dal nano/sicario.

L’episodio del tentato assalto su Dougie non resta ignorato dalla polizia che, indagando, scopre che non esistono dati e informazioni su Douglas Jones prima del 1997 e che l’uomo potrebbe rientrare nei programmi di copertura testimoni. Decidono tuttavia di fregarsene, date le condizioni dell’uomo che appare sempre più spaesato e stralunato, e durante una scena che sembra uscita da un film dei Coen anche se molto più inquietante, i poliziotti decidono con un banale stratagemma di prelevare le impronte di Dougie a sua insaputa (e come potrebbe?) lasciate sulla tazza del caffé. Dougie, tuttavia, è sì stralunato ma anche capace di scoprire che molte delle polizze sottoscritte con la Lucky7Insurance sono state truccate e l’artefice è proprio il suo collega simpaticone Anthony. Una sera, guidato da microscopiche lucine che appaiono sui fogli che deve esaminare, riesce a tracciare degli schemi e a rivelare quello che sta succedendo. Il capo che si chiama Bushnell ed è un esempio di straight man molto americano sulle prime resta spiazzato dagli scarabocchi ma scopre che il suo impiegato è sì parecchio strano ma che è riuscito anche a scoprire che la richiesta della polizza da 30 milioni destinata ai Fratelli Mitchum è stata falsificata e va in realtà pagata perché il caso a cui è legata non è incendio doloso ma accidentale. Bushnell è felicissimo perché grazie a una contro polizza di 60 milioni riesce a pagare non solo i Mitchum ma anche a guadagnarci un bel po’. Bushnell chiama Dougie nel suo ufficio e gli dice anche che, grazie alle sue capacità investigative e nonostante la sua condizione, lui è riuscito a rivelare un giro di malaffare legato alla mafia locale il cui riciclaggio passava proprio per la Lucky7Insurance. La scena di Bushnell nell’ufficio che racconta a Dougie, con grande bonarietà e affetto, la vicenda è un altro esempio di raccordo narrativo affidato al racconto orale, che in questo caso è una ricostruzione che ha una duplice funzione: di raccordo per lo spettatore, di raccordo per la trama, di legame tra i personaggi, di racconto orale nel racconto filmico.

Bushnell chiede a Dougie di portare l’assegno ai Mitchum Brothers, che per quanto gangster, non sono legati a questo giro balordo. Da loro intanto è andato Anthony per assecondare gli ordini di Todd e per salvarsi la pelle. Ai Mitchum Brothers racconta che Dougie è l’uomo che ha fatto di tutto per impedire che loro potessero reclamare l’indennizzo e che lui è il loro vero nemico. I due sono furibondi, vogliono uccidere Dougie a tutti i costi.

Nella stanza d’albergo dove la squadra FBI ha stabilito la base, Albert Rosenfield dice a Gordon che Diane ha ricevuto un messaggio da un numero sconosciuto e Tammy mostra una foto che ritrae il Bad Cooper con un uomo nel bunker di New York, lo stesso dove sono stati trovati i due ragazzi uccisi.

Twin Peaks. Hawk e Truman reperiscono sulla mappa il luogo delle coordinate e Hawk interpreta i disegni sulla mappa mostrando che sono tutti collegati: la mappa contiene le figure di un grande racconto/profezia: c’è un fuoco che è simbolo della moderna elettricità e anche un fuoco nero che può essere negativo a seconda delle intenzioni e che,se collegato al mais nero, rimanda a malattia e morte; c’è anche una fase lunare tra due picchi e una figura stilizzata che sembra una testa di coniglio con due orecchie deformi che è stata trovata anche sui foglietti nascosti nella penna del Maggiore Briggs: il simbolo di qualcosa che Hawk non vuole nemmeno nominare. Arriva una telefonata di Margaret a Hawk in cui la donna dice che “il suo ceppo ha paura del fuoco e che c’è fuoco dove Hawk sta andando”.

A Las Vegas, i Mitchum Brothers hanno appuntamento con Dougie pensando così di consumare la loro vendetta, ma uno dei due, ha fatto un sogno in cui Dougie ha una scatola con dentro una torta di ciliegie e un assegno da 30 mila dollari. Non se la sente più di uccidere Dougie e anzi ha il presentimento che qualcosa stia per accadere e che non sia giusto uccidere l’uomo. Prima di andare all’appuntamento, Dougie riceve una visione di Mike che gli fa comprare una torta di ciliegie e va all’appuntamento con una scatola in mano. Quando i due lo perquisiscono, gli trovano l’assegno in tasca e capiscono che Dougie non solo non voleva fregarli ma è anche l’uomo più onesto e buono che conoscano.

A Twin Peaks Sarah Palmer è sempre più alienata e durante la spesa al supermercato urla alla cassiera stupefatta che “è meglio stare attenti perché stanno arrivando degli uomini e qualcosa le sta accadendo”. Quando Hawk va a farle visita per sapere se va tutto bene dopo quanto accaduto al supermercato, la donna appare fredda e distaccata, quasi infastidita mentre strani rumori si sentono provenire dalla cucina, ma lei fa finta di niente e sbatte la porta in faccia a Hawk. Lo sceriffo va da Ben Horne per dirgli che suo nipote ha investito e ucciso un bambino e ridotto in fin di vita la testimone che ora è ricoverata in ospedale e non ha nemmeno l’assicurazione sanitaria. Ben Horne comprende e decide di aiutare la donna, addolorato per le malefatte del nipote e dà a Truman la chiave della stanza 315 dove nel primo Twin Peaks alloggiava Cooper dicendogli di averla ricevuta per posta. Truman è sorpreso che la chiave sia riapparsa proprio quando è stato deciso di aprire un nuovo caso sull’Agente Cooper.

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La festosa entrata dei Mitchum Brothers, delle ragazze e Dougie nell’ufficio della Lucky7Insurance

A Las Vegas c’è aria di festa. Nell’ufficio del Lucky7Insurance arrivano i Mitchum brothers che portano doni con Cooper: tutti arrivano ballando una sambetta, con le ragazze in rosa e Dougie tra loro (le tre ragazze sono come 3 mascotte che accompagnano sempre i Mitchum Brothers come in un cartone animato); entrano nell’ufficio di Bushnell per salutarlo e riempire di doni anche lui mentre Anthony, il collega traditore di Dougie guarda stupefatto la scena. Questa è anche la puntata della “redenzione” di Anthony, dopo che il tentativo fallito di uccidere Dougie lo fa pentire amaramente e confessare tutto per poi chiedere perdono.

Western Montana. Arriva BadCooper in un grande garage, dove trova Ray e una banda di manigoldi il cui capo è un energumeno che sfida Cooper al braccio di ferro per stabilire la gerarchia. Per niente intimidito ma, anzi, molto sicuro di sé BadCooper lo raggiunge in una stanza dove, circondato dal gruppo di balordi (non si sa qui la simpatia dello spettatore a chi vada di più se agli uni o all’altro) si consuma la sfida nella quale Cooper ha la meglio in una scena costruita come un western implicito e infarcito di ironia. Bad Cooper ivince e il capo adesso è lui tra lo stupore generale. Cooper  chiede agli altri di poter restare solo con Ray (tra l’altro tutti escono ma si posizionano in modo da guardare la scena da un grosso vetro/schermo, che raddoppia l’effetto di osservazione: il vetro schermo degli spettatori nella scena e il vetro/schermo del nostro device dal quale guardiamo quelli che guardano una scena in cui uomini si affrontano faccia a faccia come un vecchio western che non è un western…).

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Lo schermo specchio dal quale nel garage assistono all’arrivo di BadCooper e dal quale guarderanno la scena di lui con Ray

Cooper inquietante e cattivissimo lo minaccia per sapere perché abbia tentato di ucciderlo. Ray dice di aver ricevuto l’ordine da un certo Jeffreis per telefono perché qualcuno vuole qualcosa da Cooper, qualcosa che lui ha dentro di sé. Cooper gli chiede se abbia mai sentito nominare il Maggiore Briggs, Ray dice di no poi gli mostra l’anello con la pietra verde che avrebbe dovuto mettere a Cooper una volta ucciso, come gli aveva detto Jeffreis, cosa che Ray non ha fatto. BadCooper gli ordina di indossare l’anello alla mano sinistra e gli chiede chi glielo abbia dato; Ray risponde di averlo avuto da un uomo in divisa ma senza sapere chi fosse. BadCooper gli chiede le coordinate che Ray gli consegna ma Cooper vuole sapere dove si trovi Jeffreis e Ray gli dice che è in un posto chiamato The Dutchman’s. Cooper gli spara alla testa e esce di scena, mentre tutti i balordi a cui si è unito anche Richard Horne lo guardano attoniti da uno schermo. L’anello scompare dalla mano di Ray e finisce sul tavolo di marmo della Red Room.

A Las Vegas i poliziotti che indagano su Dougie scoprono che dalle impronte risulta che l’uomo sia fuggito da un penitenziario nel South Dakota e che risulti come un agente dell’FBI scomparso; senza darsi pena ma anzi, sghignazzando sonoramente, buttano via i fogli e vanno ad arrestare il nano. Intanto arriva Anthony, il collega di Dougie che chiede a un poliziotto di procurargli del veleno perché il disegno di Todd, il mandante dell’omicidio, non è stato completato. Il poliziotto è uno degli uomini di Todd, colluso con un giro di corruzione a Las Vegas, lo stesso uomo che ha chiesto di dare la colpa a Dougie per la polizza non pagata ai Mitchum Brothers. Ma Anthony non riesce a uccidere Dougie perché in una scena parodistica mette il veleno nella tazza di caffè mentre Dougie si alza per andare al banco delle torte di ciliegie (Dougie è continuamente attratto da caffé, che gli offrono in continuazione, e da torte di ciliegie, di cui è ghiotto e che quando mangia ricorda un vecchietto colpito da qualche malattia senile che conserva soltanto i desideri primari); quando torna al tavolo con Anthony viene però distratto dalle spalle dell’uomo, ricoperte di forfora  e si mette a toccarlo. Anthony è perplesso, sorpreso, e poi in uno scoppio di emozione afferra la tazza di caffè di Dougie e scappa in bagno a buttare via il caffè avvelenato. In ufficio, di fronte a Bushnell e Dougie confesserà tutto in lacrime, ringraziando Dougie per avergli salvato la vita.

A Buckhorn il team di Gordon Cole continua le indagini sugli strani casi che sembrano tutti convergere verso un punto. Albert racconta a Tammy del progetto Blue Book di cui fanno parte i casi Blue Rose; del progetto facevano parte lui stesso, Philip Jeffreis, Chat Desmond e Gordon. Il progetto riguardava un’indagine della Air Force sull’esistenza degli Ufo per stabilire se fossero una minaccia per la sicurezza nazionale e faceva capo al Colonnello Milford. Del progetto faceva pare anche l’Agente speciale Windom Earle dell’FBI che però era diventato ossessivo e violento durante la ricerca di un luogo chiamato Black Lodge. Il progetto venne abbandonato nel 1969 anche se le attività continuarono fino al 1989, quando il Maggiore Garland Briggs si mise alla ricerca di un posto chiamato White Lodge. In seguito il progetto venne abbandonato ma la Blue Rose task force rimase all’interno dell’FBI per indagare sui casi per i quali il progetto originario non riusciva a dare risposte. Albert racconta a Tammy di un episodio accaduto nel 1975 quando nella stanza di un motel viene trovata una donna colpita all’addome da colpi di pistola; morendo, la donna dice di essere come una Blue Rose e poi scompare sotto gli occhi degli agenti che erano Gordon Cole e Philip Jeffreis. In un angolo, sconvolta Albert racconta che gli agenti trovarono un’altra donna, identica alla prima, che dichiarò di non avere niente a che fare con l’omicidio. Tammy giunge alla conclusione che la donna fosse probabilmente un tulpa, un termine che nella mitologia buddista indica la proiezione o la creazione mentale della personalità, un doppio, e che si tratti di un caso inspiegabile in termini naturali, proprio come una rosa blu non esiste in natura. Negli anni Jeffreies sparisce, Cooper sparisce, il Maggiore Briggs sparisce e Chet Desmond anche (in Fuoco cammina con me).

Ma come ha detto Margaret a Hawk, il cerchio si sta chiudendo e la trama converge verso lo stesso punto, dove tutto appare collegato. A Las Vegas Dougie si riconcilia con i Mitchum Brothers che gli promettono eterna amicizia; il capo lo protegge e lo aiuta; a Twin Peaks il team dello sceriffo ha reperito le coordinate e decide di esplorare il punto a cui corrispondono nel bosco, a un luogo chiamato Jackrabbit’s hole, dove Bobby e i suoi amici di un tempo si raccontavano delle storie un po’ vere e un po’ inventate (tall tales); a Buckhorn, Gordon viene a sapere da Truman al telefono che sono state trovate le due pagine del diario di Laura in cui si nominano i due Cooper. Diane raggiunge la squadra di Gordon per fare rapporto; Gordon le chiede se l’ultima volta in cui aveva visto Cooper, lui avesse fato il nome del Maggiore Briggs. Diane non vuole raccontare di quella sera ma Albert la aggiorna sulle connessioni tra la morte di Briggs e il corpo ritrovato a Buckhorn che corrisponde al Maggiore Briggs e dell’anello con la scritta A Dougie con amore da Janey-E trovato nella sua pancia. Diane è turbata: Janey-E è sua sorella; non la vede da anni, però, ed è effettivamente sposata con un uomo di nome Douglas Jones con il quale vive a Las Vegas. Gordon parla con l’ufficio FBI di Las Vegas e gli chiede di indagare sulla coppia che è armata e collegata a un duplice omicidio.

Gordon appare turbato. Questo è il momento più meta testuale della storia perché Gordon racconta di un sogno in cui Monica Bellucci, quella vera, lo incontra a Parigi e gli dice “We are like the dreamer who lives inside a dream. But who is the dreamer?” per poi indurlo a voltarsi per guardare in quello che Gordon racconta essere un ricordo di molto tempo prima,quando nell’ufficio di Filadelfia Cooper gli aveva raccontato di un sogno che aveva avuto e di come fosse poi apparso Philip Jeffreis chiedendo: Who do you think that is there? Alludendo a Cooper. L’episodio viene ricordato anche da Albert che conferma il ricordo di Gordon. Il racconto dentro un racconto che funziona come un raccordo narrativo con il precedente Twin Peaks assume i contorni di un sogno costruito con il cinema e la macchina da presa: il montaggio alterna scene di Gordon come lo vediamo ora e scene di Gordon 25 anni prima, ritagliate dal primo Twin Peaks, in bianco e nero.  Ma sappiamo che Philip Jeffreis è scomparso nella dimensione di Twin Peaks, sostituito da se stesso sotto forma di uno strano meccanismo che assomiglia a una caffettiera rovesciata o a una lanterna magica (il dibattito è aperto), ed emette strani messaggi.

A Twin Peaks la squadra dello sceriffo con Hawk, Bobby e Andy arresta Chad scoperto a depistare le indagini su Richard. Poi vanno nella foresta, dove tra i cavi della tensione si sentono strani sfrigolii, in direzione del punto indicato dalle coordinate partendo dal Jackrabbit’s hole, un enorme tronco di un albero morto nel quale Bobby dice che si raccontavano grandi storie esagerate, inverosimili (tall tales). I quattro, come in un episodio di Tom Sawyer, si mettono in tasca della terra (un gesto magico e rituale) mentre Truman dice che è tempo di verificare se le tall tales del padre siano vere. Anche se è giorno e la foresta è costellata di alberi bellissimi, l’atmosfera è cupa e sinistra; il montaggio sonoro trasmette una forte sensazione che qualcosa di soprannaturale stia per accadere a duecento cinquantatre yarde da lì. I quattro continuano a camminare e si trovano in un punto dove ci sono degli alberi rinsecchiti che circondano un buco che sembra un cratere o un pozzo di morchia dal quale fuoriesce un vapore denso attraverso il quale si trova una donna dagli occhi cuciti, la stessa che Cooper aveva incontrato nell’universo abbandonato, prima di tornare in questa dimensione come Dougie. L’ora segna le 2:53 e all’improvviso si forma un vortice nell’aria e Andy viene risucchiato, ritrovandosi nella grande sala del Fireman dove sullo schermo magico sono proiettate le immagini del tempo a venire e di quello passato, senza soluzione di continuità. Appare l’entità che vomita il male nel mondo, i woodsmen, i fili che sfrigolano, la ragazza che fugge nella scuola di Twin Peaks, il volto di Laura Palmer tra gli angeli, Cooper e il Bad Cooper, un telefono che suona; la stazione dello sceriffo di Twin Peaks e Andy che prende Lucy, la porta nella stanza dello sceriffo (tutto in sequenza come sullo schermo di un cinema muto. Poi, avviene uno spostamento spaziotemporale e Truman, Hawk e Bobby si ritrovano di fronte al tronco del Jackrabbit’s hole dove arriva subito dopo Andy con in braccio la donna orientale dagli occhi cuciti (che viene chiamata Naido nei credits). Andy dice di portare la donna al sicuro. “What happened?” chiede Truman? “Something” risponde Hawk.

Al Great Northern Hotel James Hurley è con Fredie Sykes, un ragazzo che parla cockney  che indossa un guanto verde da giardinaggio alla mano sinistra che gli dà una forza eccezionale, entrambi lavorano nella sicurezza dell’hotel. Freddie, [interpretato da Jake Wardle, attore, artista del voice over, che fa video in cui riproduce svariati accenti della lingua inglese con grandissima abilità] racconta una storia strana, inverosimile in cui un giorno, a Londra, mentre era ubriaco ha  una strana allucinazione o forse un sogno: un gigante gli dice che dovrà trovare un guanto in un certo posto, indossarlo e poi andare a Twin Peaks, nello stato di Washington, per compiere il proprio destino. In effetti, la sua mano ha una grande forza e James rimane affascinato dal racconto (e noi dall’accento e dal ritmo del racconto, ancora una volta di tipo orale e non affidato a una sequenza).

Al Great Northern, si diffonde una strana musica dai sotterranei dell’hotel, un suono ipnotizzante, come di campane di un monastero, un suono che era stato avvertito anche da Ben Horne, e dalla sua segretaria (in un episodio precedente).

Ma quello che succede nella foresta di Twin Peaks è niente rispetto a quanto accade in un locale dove Sarah Palmer esce per bere un bloody Mary. Mentre Sarah è seduta al bancone, un uomo rozzo e aggressivo le si avvicina per abbordarla; la scena è un crescendo di tensione con l’uomo che chiede viscidamente “Are you drinking all alone?” e la donna che risponde “Mind your own business” quello che segue è un compendio di bad language e improperi indecenti, pronunciati con giochi di parole intraducibili “We are in free cunt-ry” mentre la tensione continua a salire mano a mano che l’uomo dice cose sempre più oscene e violente ripetendo “It’s a free CUNT-RY”. Sarah resta impassibile, “You look like a bulleye lesbo. You like to lick cunt” e Sarah risponde “I like to lick you” e l’uomo sorride sprezzante “I kill you miserable bitch”. La donna si volta, fissa l’uomo e poggiandosi la mano si apre la faccia che rivela una fumosa zona d’ombra dove si intravede una bocca dentata e una mano al cui dito c’è una lama. Per l’uomo non c’è scampo: viene azzannato al collo per morire poco dopo in una pozza di sangue. Sgomento generale, Saraha Palmer grida “help help!”. Sarah è stata “colonizzata” da un’entità malefica di nome Judy, ma la nostra reazione alla scena da che parte sta?

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Philip Jeffries trasformato emette i numeri delle coordinate

In una strada buia in mezzo alla prateria Bad Cooper sta andando in un Convinience store abbandonato, accanto a un distributore di benzina degli anni cinquanta dove un uomo scuro lo guida verso una scala di legno. Bad Cooper sta cercando Philip Jeffreies al quale lo porta uno dei woodsmen attraverso un corridoio che si apre sul cortile di un motel verso la stanza numero 8. All’interno di uno spazio sospeso Philip Jeffreis trasformato in un bricco che emette vapore saluta Cooper. Cooper chiede perché abbia mandato Ray a ucciderlo ma Jeffries non risponde e chiede se fosse lui ad averlo chiamato due giorni prima. Cooper gli chiede chi sia Judy che Jeffries aveva nominato nel 1989, quando nell’ufficio di Philadelfia era comparso e aveva detto di aver incontrato Judy. Cooper chiede se Judy voglia qualcosa da lui ma Jeffries risponde che può chiederlo direttamente a Judy e che Cooper l’ha già incontrata. Squilla un telefono e Cooper si ritrova all’esterno dove lo aspetta Richard che gli sta puntando una pistola e gli dice di averlo riconosciuto “You are Cooper. My mother has a picture of you”: la madre di Richard è Audrey Horne. Ma Cooper lo colpisce e lo fa salire a forza in macchina costringendolo a seguirlo in un luogo dove deve controllare certe coordinate.

A Twin Peaks in mezzo alla foresta si consuma la morte di Stephen, il marito di Becky che in preda al panico ha una crisi e si spara mentre al Roadhouse James tentando di avvicinare la donna di cui è innamorato, viene assalito dal marito che lo colpisce. Freddie lo difende colpendo a sua volta i due aggressori con il guanto eccezionale ma le ferite delle vittime sono tali che James e Freddie vengono arrestati e portati nelle celle dello sceriffo (una circostanza apparentemente di secondo piano, che però si rivelerà assolutamente fondamentale per gli eventi successivi). Intanto Todd viene freddato da Chantal che deve uccidere, insieme ad Hutch,  Dougie che tranquillamente se ne sta a casa con Janey-E a gustarsi una fetta di torta mentre cerca di accendere il televisore. Sullo schermo appare Sunset Boulevard, in una scena Cecil B. DE Mille pronuncia la frase “Get Gordon Cole” [davvero nel film bellissimo di Wilder]. Dougie sembra avere un sussulto. Prende la forchetta, va verso la presa della corrente, la infila nei buchi e resta fulminato.

BadCooper e Richard Horne arrivano in un posto abbandonato tra le strade sterrate dove si trova un’altura rocciosa. Cooper dice a Richard di andare a controllare, seguendo le coordinate su uno strumento ma quando Richard raggiunge il punto esatto viene fulminato da una scarica elettrica violentissima finendo polverizzato. “Goodbye, my son” ripete Cooper.

A Las Vegas Chantal e Hutch sono sul viale di casa di Dougie che nel frattempo è stato portato in ospedale, in coma. Bushnell, i Mitchum Brothers e la moglie sono tutti nella stanza quando arriva una telefonata dell’FBI che chiedono di Dougie. Escono tutti dalla stanza e appare Mike mentre nella stanza di materializza un suono ipnotico simile a quello che si sente al Great Northern Hotel. Dougie si sveglia. E’ di nuovo Cooper!! Lucido, cosciente, perfettamente in forma “You’re finally awake, dice Mike. The other one didn’t back in, he’s still out” e gli dà l’anello magico con la pietra verde. Cooper ricorda ora ogni minimo dettaglio e chiede a Mike di fabbricare un altro doppio con la sfera dorata che gli è rimasta di Dougie. Rientra la moglie nella stanza che lo  guarda allibita mentre lui si veste risoluto, efficiente; dice a Janey-E di seguirlo al casinò dai Mitchum Brothers, lascia un messaggio a Bushnell per Gordon Cole e quando questi gli dice che l’FBI lo sta cercando, Cooper risponde con un sorriso “I am the FBI”. Nella pletora di eventi insoliti, stranezze, apparizioni e atmosfere questo è il momento più surreale, più autenticamente bizzarro di tutta la storia, perché allo stesso tempo il più atteso e il più nostalgico. Esattamente a 2 ore e 53 minuti dalla fine della serie, Cooper ritorna ad essere se stesso e il cerchio della trama converge sempre di più verso il suo compimento.

Diane

A Buckhorn, Diane è al bar dell’albergo e riceve un messaggio di BadCooper che gli chiede tutte le coordinate. Diane è in combutta con BadCooper oppure sta facendo il doppio gioco? Ricordando i numeri sul braccio di Ruth, li invia a Bad Cooper ma appare turbata, inquieta; è scossa da un tremito e ha lo sguardo allucinato. Sale nella stanza dove si trovano Gordon, Albert e Tammy e ancora più turbata, racconta del terribile incontro avuto con Cooper l’ultima volta che lei lo ha visto a casa sua, arrivato senza suonare il campanello, senza bussare alla porta. Il racconto di Diane è diretto, appare come un monologo teatrale, intenso, sofferto, interrotto soltanto dal controcampo su Albert e Tammy, su Gordon, che la guarda facendo trasparire una strana preoccupazione nello sguardo. Diane racconta che però, quando Cooper la bacia, lei sente qualcosa di sbagliato, di strano e avverte una strana paura che Cooper percepisce e sorridendo con la faccia diversa la violenta. In seguito viene portata in un distributore di benzina. Ma Diane è davvero Diane? Sconvolta dal ricordo e terrorizzata di fronte ai tre che la guardano impassibili, sembra avere una crisi di sdoppiamento, Albert sgancia la sicura della pistola, Diane è sempre più agitata dice di non essere lei, dice di aver inviato le coordinate a Cooper, pronuncia frasi scoordinate, “Sheriff’s station, Sheriff’s Station”, e ripete di essere qualcun altro poi tira fuori una pistola, fa per sparare ma Albert è più veloce e la colpisce. Diane scompare nell’aria inghiottita nell’altrove che è la Red Room dove si dissolve, come gli altri, riducendosi a una pallina d’oro.

A Las Vegas, in una struggente scena all’interno del Silver Mustang Casino, Cooper dice addio a Janey-E e al figlioletto che piangono e gli chiedono quando tornerà. E nell’episodio finale Cooper tornerà a casa di Janey-E bussando alla porta in uno spazio-tempo in cui è contemporaneamente Cooper e un tulpa, ossia l’ennesimo doppio che Janey-E desidera rivedere perché, e qui è l’aspetto più interessante della conclusione di Twin Peaks, in realtà Cooper si troverebbe lì alla porta di casa, ma anche in un’altra dimensione di cui fanno parte tutte le cose che vediamo nell’ultimo episodio. Ma su questo, torniamo nel prossimo e ultimo post dedicato a Twin Peaks (per ora?)


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